REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA: LA CONTINUITA' CON L'ITALIA
DEL VENTENNIO
UN PERIODICO
NELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA: “L'AZIONE COLONIALE”
Marini Viganò
Si cercherebbe inutilmente,
nel pur completo studio di Vittorio Paolucci sulla stampa periodica della
R.S.I. (1), la scheda de “L'Azione Coloniale” o qualche cenno ai 18 mesi
di pubblicazione del periodico tra il settembre '43 e l'aprile '45.
Eppure la testata, portabandiera
negli anni '30 dell'espansione coloniale italiana, malgrado l'indubbia
singolarità per I 'Italia repubblicana decurtata persino del territorio
metropolitano, avrebbe proseguito le pubblicazioni sino all'ultimo, a Roma
ed a Venezia.
Per ben inquadrare vita e
ruolo del foglio in quello scorcio del periodo bellico, si è domandata
una testimonianza all'ideatore e direttore de “L'Azione Coloniale”, dott.
Marco Pomilio, sull'intera parabola del prestigioso giornale.
Ricorda, dunque, Pomilio sugli
inizi e sulle fortune degli anni '30:
Il mio giornale è
nato come pagine coloniali, prima di diventare “L'Azione Coloniale”. Io,
da studente universitario nel 1929, '30 e '31, sul “Tevere”, quotidiano
di Telesio Interlandi (di cui è stato inviato in Africa, e poi è
venuto nella R.S.I ., Giorgio Almirante), avevo pubblicato la “pagina coloniale”.
Essa si pubblicava quindicinalmente sul “Tevere” di Interlandi, con il
quale avevo stabilito un accordo per un compenso di qualche centinaio di
lire, a quei tempi. Dopo tre anni, presa la mano ai problemi coloniali,
visto che la cosa prendeva piede e vista forse la prospettiva di un espansione
africana futura, fondai “L'Azione Coloniale” (...). Avevo fondato “L'Azione
Coloniale” il 15 gennaio 1931 ed esso era sorto come quindicinale, ma dopo
un anno diventò settimanale; era formato quotidiano e, mano a mano
che l’Africa prendeva interesse sino agli anni dell'Impero seguiti da anni
di specifica importanza, il giornale formato quotidiano arrivò fino
a 48 pagine. Quindi, era un grosso giornale a larga diffusione e, naturalmente
di grande attualità, perché quello era il periodo d'interesse
per l'Africa. Il centro amministrativo nazionale e la proprietà
erano miei e ne ero direttore responsabile. “L'Azione Coloniale” stava
in una bella sede di via Barberini, anche prestigiosa come locali, ed io
avevo un corpo di redazione estremamente valido. Tra i redattori avevo
un paio di nomi che vale ricordare, anche perché sono celebri nel
giornalismo italiano: uno era Vittorio Gorresio, grande giornalista de
“La Stampa” e capo dell’Ufficio romano di quel giornale, che realizzò
splendidi servizi dalla Tunisia e da altre sedi. L’altro giornalista, altrettanto
famoso, era Ruggero Orlando, il quale era redattore per il Medio ed Estremo
Oriente, materia nella quale egli era particolarmente versato: brillantissimo
giornalista e di grande rapidità di estensione di articoli di attualità.
(...). Noi eravamo sotto due Ministeri: il Ministero dell'Africa Italiana,
che ci seguiva direttamente ed al quale delle volte sottoponevamo dei problemi
non dico come censura, ma come opportunità di trattarli (se dei
testi erano delicati, li facevamo visionare a loro); ed il Ministero della
Cultura Popolare. Questi erano i Ministeri con i quali eravamo in rapporto,
l'uno come competenza istituzionale di giornale (Cultura Popolare), l'altro
per la materia trattata (Africa Italiana). Alessandro Lessona, mio caro
amico ha tenuto a battesimo “L'Azione Coloniale” quand'è nata. Allora
Lessona era sottosegretario alle colonie ed è venuto nella nostra
prima sede di Roma a brindare alla nascita dell’“Azione Coloniale”, il
15 gennaio del '31, in via XX Settembre, prima che ci spostassimo nella
bella sede di via Barberini 96. (...). lo andavo a rapporto da Mussolini,
non con la frequenza dei direttori dei quotidiani, ma almeno una volta
al mese o due mesi, per discutere di vari problemi: aveva una grande passione
per i problemi africani e con me parlava volentieri. Io ho trovato sempre
Mussolini un uomo di grande umanità e di estrema disponibilità.
Mussolini ha vissuto con impegno l'impresa africana. “L'Azione Coloniale”
era stato il giornale d'avanguardia del movimento ed io ero stato uno degli
esponenti del movimento di espansione coloniale (cosi come lo chiamavamo):
fui, così, in condizioni di andare a rapporto da Mussolini non come
direttore di quotidiano, ma come direttore di settimanale, periodicamente.
Quando si svolgevano gli incontri, io rilevavo una grandissima conoscenza
dei problemi dell'Impero appena costituito e negli anni dello sviluppo;
un interesse enorme a conoscere notizie, elementi di giudizio e valutazione,
pareri, opinioni, ed un'estrema amabilità nel tratto. Quell'uomo
che sembrava duro ed imperioso (e lo era) davanti alle folle, nei colloquio
a quattr'occhi era estremamente umano, gradevole e, alle volte, di un'estrema
semplicità e di grande humour. (...). Allora c'erano colonie di
un po' di tutti i Paesi e noi, in pratica, gravitavamo su un po' tutto
il continente africano come quasi totalità della materia trattata;
e gravitavamo anche su quei possedimenti d' oltremare che non erano in
Africa. Si andava dalla nostra Rodi, che era un possedimento e non una
colonia, per arrivare sino a ciò che Francia ed Inghilterra avevano
nei Caraibi e nell'Oceano Indiano; quindi, tutto ciò che fosse possedimento
o colonia in qualunque parte del mondo, gravitava nella nostra area di
interesse. (. ..). Cosa facevamo? Noi consideravamo gli aspetti anche folkloristici,
etnici, religiosi e tutto ciò che era storia delle popolazioni;
ma soprattutto noi ci occupavamo degli aspetti economici e di colonizzazione:
cioè, di come gli altri Paesi si comportassero a livello di potenza
coloniale, appunto. (...). Noi eravamo stati il giornale che sosteneva
l'espansione dell'Italia in Africa, io avevo fatto parte della corrente
espansionista e naturalmente avevo partecipato appieno al movimento di
rivendicazione africana molto vicino ai tedeschi, in questo. I tedeschi,
infatti, avevano creato lo slogan “Volk ohne Raum, Raum ohne Volk”, ed
io avevo spesso l'occasione di andare in Germania ad incontrare l'esponente
del colonialismo tedesco e creare la linea di solidarietà reciproca.
I tedeschi appoggiavano molto marcatamente le nostre rivendicazioni sulla
Tunisia, noi appoggiavamo le loro rivendicazioni territoriali dicendo che
non era giusto che un grande popolo, pressato tra i suoi confini, non avesse
disponibilità di spazio quando in Africa ce n'era tanto e non c'era
nessuno a valorizzarlo. Ricordo Krumbach, uno degli esponenti dei movimenti
giovanili africanisti piuttosto autorevole ed in vista; con lui i contatti
erano frequenti: io andavo a Monaco e Berlino, lui veniva spesso a Roma,
quindi ci tenevamo in contatto. C'era una considerevole solidarietà
di “Asse” tra noi. ( . . .). Mussolini mi dette il motto per “L'Azione
Coloniale”, che recitava: “Gli imperi per sicuramente tenerli bisogna popolarli
da metropolitani che posseggano una decisa coscienza razziale”. Questo
era il motto che Mussolini scrisse di suo pugno per “L'Azione Coloniale”
e che fu posto nella testata del giornale, rimanendovi sino a che il giornale
cessò le pubblicazioni (2)
L'entrata in guerra dell'Italia,
il 10 giugno 1940, non influisce sulla pubblicazione de “L'Azione Coloniale”,
che “continuava ad uscire, ma non con quella frequenza, perché
evidentemente erano subentrati altri problemi che soverchiavano quelli
africani” (3); ma certamente influisce sul raggio d 'azione del periodico,
come sottolinea ancora Pomilio a proposito di ciò che l'evento avesse
comportato redazionalmente:
Ha comportato la preclusione
a tutto ciò che era contatto diretto con il mondo del quale si occupava
il giornale (tutta l 'Africa e gli altri Paesi), e quindi si sono diradati
mano a mano viaggi e visite. Io, poi, sono stato sul fronte di El-Alamein
come Tenente del Nucleo Stampa, ed ho partecipato alla guerra in forma
abbastanza attiva e presente; poi, siamo rientrati con l'ultimo volo dalla
Libia con Scorza e non sono più tornato in Africa. Però,
”L'Azione Coloniale” ha continuato regolarmente ad uscire, ed ovviamente
a tenere viva la fiamma del nostro impero coloniale; tutto ciò che
trattavamo si era trasformato prevalentemente in fatti di guerra (4).
Cesura vera e propria rappresenta,
invece, il 25 luglio, quando la caduta del Regime fascista e l’intermezzo
badogliano inducono, tra l’altro, Pomilio ad allontanarsi dal giornale
e ad impegnarsi (seppur marginalmente) nell'operazione “Eiche”, intesa
dai tedeschi ad individuare la prigione di Mussolini ed a condurre alla
sua liberazione (1° agosto - 12 settembre) (5).
Racconta Pomilio:
Ho assistito ad un
rinnegamento fulmineo e a dei voltafaccia incredibili di tutti coloro che
cercavano di volgersi al vento. Io, siccome ero rimasto fedele alla mia
idea (tant'è vero che poi sono andato in Repubblica Sociale Italiana),
non volevo continuare ad essere il responsabile del giornale perché
non poteva più esprimere le idee e trattare gli argomenti che io
ritenevo, nella mia convinzione, di dover trattare ed allora ho delegato
Rossi a direttore responsabile del giornale per il periodo dal 25 luglio
al settembre. (...).
L'8 settembre è
successo ciò che è successo, ed il 12 è avvenuta la
liberazione di Mussolini. Io ero stato in contatto con la Wehrmacht, che
aveva concordato un piano di ricognizione del Gran Sasso, dov'era prigioniero
Mussolini e dal quale è stato liberato. Io avrei dovuto partecipare,
travestito da pastore, a quell'operazione di informazione e di ricerca,
ben preparata ed alla quale io ero molto orgoglioso di partecipare perché
volevo molto bene a Mussolini. Invece poi, l'operazione non fu più
realizzata perché Skorzeny bruciò tutte le tappe e Mussolini
fu liberato. Questo pittoresco incarico me l'aveva conferito un Ufficiale
della Wehrmacht che abitava nel mio stesso palazzo, ai Parioli, e mi venne
a trovare in casa conoscendo la mia fede molto ferma, chiedendomi se fossi
disposto a collaborare. Io gli risposi che l'avrei fatto volentieri e lui
mi espose tutti i particolari del piano: era una grossa ricognizione che
si andava a fare per vedere d'individuare dove fosse Mussolini e quali
fossero le possibilità di liberarlo (6).
Di poco successivo,
ad ottobre, è il trasferimento della testata al Nord, e precisamente
a Venezia, dove il Governo Nazionale Repubblicano pone una sede staccata
del Ministero della Cultura Popolare. Si apre, per “L'Azione Coloniale”,
l’ultima fase, ed alla direzione torna di nuovo Marco Pomilio:
Quanto alla mia adesione
alla R.S.I., fu opera di Fernando Mezzasoma, nominato Ministro della Cultura
Popolare; quando si formò il Governo a Roma, Mezzasoma mi disse
“Marco, devi venire al Nord dove noi portiamo tutto”. Già in ottobre,
io andai a Venezia, essendo concordato che “L'Azione Coloniale” si sarebbe
stampata presso il “Gazzettino di Venezia”, che io avrei avuto la direzione
dell’“Azione Coloniale”, la quale sarebbe diventata organo di tutti gli
italiani che venivano rimpatriati dall'Africa con le famose “navi bianche”:
ed erano 45 000. Quindi, io avevo sottoscritto un accordo con il Ministero
dell’Africa Italiana che durante la R.S.I. era a Cremona; questo mi dava
tutti i fascettari e gli importi degli abbonamenti cosicché avevo
una buona possibilità economica di sostenere il giornale. Noi mandavamo
il giornale a tutti i rimpatriati d'Africa per tenere viva la fiamma e
la speranza che un giorno si sarebbe tornati in quei territori e la guerra
si sarebbe vinta. Quindi “L'Azione Coloniale” ebbe una funzione molto interessante
di supporto morale, spirituale, patriottico per tutti quegli italiani rimpatriati
dall 'Africa e che aspettavano di ritornarci. Tale è stata la funzione
del mio giornale dal '43 al ‘45 (. . .). La delega al Ministero dell 'Africa
Italiana fu data ad Attilio Bazzani che era stato segretario generale del
Governo di Rodi durante il governatorato di Cesare Maria De Vecchi. Attilio
Bazzani era un uomo di amministrazione eccellente e lui mi amministrava
tutti gli abbonamenti, mi faceva avere tutti i fascettari per l’operazione
del giornale dei rimpatriati d'Africa. Io ero andato a Venezia con l'incarico
di dirigere “L'Azione Coloniale” ed il quotidiano del pomeriggio “La Gazzetta
di Venezia” (il “Gazzettino di Venezia” usciva in mattino). Però
siccome era venuto a dirigere il “Gazzettino di Venezia” Guido Baroni uomo
di Galeazzo Ciano Baroni si scocciò e non mi diedero più
la direzione della “Gazzetta”; comunque io avevo il mio daffare con il
mio giornale. Avevo la redazione nel palazzo del “Gazzettino” ed avevamo
tanto lavoro perché facevamo uscire regolarmente il numero dell'“Azione
Coloniale” ogni settimana: tiravamo 50.000 copie, 5.000 nelle edicole e
45.000 ai rimpatriati d 'Africa (7).
La comparsa de “L'Azione
Coloniale” nel territorio della R.S.I. non è un caso isolato di
stampa di pagine coloniali. A Busto Arsizio, in provincia di Varese, viene
dislocata nell'autunno del '43 la Scuola Allievi della Polizia Africa Italiana:
circa 400 allievi salgono al Nord da Roma, dove il Comando Generale della
P.A.I. resta sino al giugno del '44 (8). E proprio il quotidiano varesino
“Cronaca Prealpina” vara, nel febbraio ‘45, una pagina destinata ai reduci
d’Africa:
“Il 18 febbraio 1945 (a. LVIII,
n. 42) Cronaca Prealpina ospita la “Pagina Coloniale” a cura della sezione
provinciale dell’Istituto fascista Africa italiana. Destinata ai rimpatriati,
numerosi a Varese, la pagina che uscirà sino al 15 aprile 1945 ad
intervallo settimanale, esalta il ruolo del fascismo nei territori d'oltremare,
sfruttando i temi classici cari al reducisrno: onore, fedeltà alla
patria, grandezza dell'impero (9)”.
Semmai, “L'Azione Coloniale”
si distingue per la diffusione nazionale e per il tentativo, attuato fra
maggio e giugno del '44, di dar vita ad una iniziativa propagandistica
di più largo respiro verso il Medio Oriente, fertile terreno attivistico
sino agli inizi degli anni '40 (10), con particolare riguardo per l'Egitto,
allora assai vicino all'Italia e nella sua sfera di interessi (11).
Scrive, dunque, il 23 maggio
1944 Marco Pomilio al Sottosegretario agli Esteri della R.S.I., Serafino
Mazzolini:
“Caro Ministro, Da
un gruppo di appassionati giornalisti d'Oriente che fa capo ad un colto
ed intelligente egiziano mi viene rivolta la preghiera di sottoporre all'autorevole
tuo giudizio il promemoria riservato che ti allego. Assolvo volentieri
l'incarico affidatomi ben conoscendo la tua passione e la tua alta competenza
circa i problemi del Vicino e Medio Oriente. Sarò grato alla tua
benevolenza se vorrai darmi modo di far pervenire agli interessati una
esauriente risposta (12)”.
Il promemoria, in sei
punti, auspica soprattutto la ricostituzione di un'agenzia d'informazioni
e di propaganda che sfrutti il nazionalismo arabo e egiziano anti-britannico
ed anti-francese (13), mai sopito in Egitto e nei mandati di Palestina.
Mazzolini, direttamente interessato (nel 1942 era stato nominato Alto Commissario
per l'Egitto), accusa ricevuta del progetto di lì a pochi giorni:
“Caro Pomilio ho
ricevuto la tua lettera del 23 maggio u.s. relativa alla auspicata creazione
di un'Agenzia italiana che si interessi delle informazioni sull'Oriente,
il Mediterraneo e l'Africa da fornire alla stampa ed alla radio italiano.
Sono ovvie l'importanza e l'utilità che avrebbe tale Agenzia di
informazioni benché non mi nasconda che allo stato attuale delle
cose varie difficoltà di carattere pratico si oppongano alla realizzazione
del progetto. Debbo ad ogni modo farti presente che la questione rientra
nella competenza della Cultura Popolare per cui dovresti rivolgerti all
'amico Ministro Mezzasoma. Inutile dirti che sarà da questo Ministero
esaminato con il più vivo spirito di collaborazione ogni eventuale
progetto sull'argomento (14).
Ma l’episodio resta senza
seguito di gran rilievo, se si eccettua la pubblicazione del bollettino
settimanale “La Voce Araba”. Scrive Renzo De Felice in un suo saggio su
fascismo ed Oriente, a proposito della politica araba della R.S.I.:
"L''unica traccia
di una qualche attività di questa verso gli arabi da noi trovata
è costituita dal primo, e certo unico, numero (1 gennaio 1945) del
“Bollettino di informazioni per gli arabi in Europa”, “La Voce araba” che
però ha tutta l'aria di essere compilato non da arabi ma da qualche
ex funzionario dell’Istituto per l'Oriente che aveva per modello “Oriente
Moderno” (15)”.
E, in effetti, il consuntivo
dell'attività della Direzione Generale degli Affari Politici del
Ministero Esteri della R.S.I. al gennaio 1945, conferma sostanzialmente
tale quadro:
“PERSONALITÀ POLITICHE
E STUDENTI ORIENTALI. Per ragioni di opportunità politica è
continuata l’erogazione di sussidi e di borse di studio, a favore di personalità
politiche e di studenti orientali, che si sono dimostrati fedeli al Governo
Repubblicano e si sono trasferiti nell'Italia Settentrionale. In seguito
ad accordi con il Ministero della Cultura Popolare anche nell'auspicata
eventualità di una ripresa della nostra radio-propaganda araba,
si è provveduto alla sistemazione amministrativa di un gruppo di
arabi che collaboravano con Radio Bari. Alcuni di essi, distaccati presso
la Direzione Generale degli Scambi Culturali nel predetto Ministero, curano
la compilazione del bollettino settimanale di informazioni: "La Voce
Araba" (16)”.
Tornando a “L'Azione Coloniale”,
il periodico riprende le pubblicazioni con cadenza settimanale dal 18 novembre
1943, col sottotitolo “Settimanale dell'Istituto Fascista dell'Africa Italiana”,
mutato nel '44 in “Organo degli Italiani d'Africa”; il motto consegnato
da Mussolini, “Gli Imperi per sicuramente tenerli bisogna popolarli e da
metropolitani che posseggano una definita coscienza imperiale”, compare
sempre in facsimile sulla destra della testata.
Il ritorno in edicola è
sottolineato da un corsivo di Marco Pomilio, “Ripresa”, e solennizzato
attraverso “Il fiero saluto del Commissario Federale” di Venezia; la data,
coincidente con l'VIII annuale delle sanzioni, è occasione per una
rievocazione a tutta pagina “Sanzioni, ferita sempre viva nella nostra
carne -1 contro 52: e vincemmo!”(17).
Dal numero successivo, compare
un'ampia “spalla” polemica sulle vicende belliche, sotto il titolo “La
voce della boscaglia”, nella quale, durante i mesi seguenti, episodi della
guerra condotta dagli Alleati nelle colonie vengono sarcasticamente stigmatizzati
(18).
Tradizionalmente legato al
Ministero dell'Africa Italiana, “L'Azione Coloniale” non manca d'informare
i lettori sulla nuova, temporanea assegnazione del Dicastero alla Medaglia
d'Oro Francesco Maria Barracu (19); nè di tenerli debitamente al
corrente delle comunicazioni che l'Ufficio Assistenza della sede staccata
di Roma del Ministero (via Quattro Fontane, 161) dirama ai reduci d'Africa
(20).
Per quanto attiene, invece,
al mantenimento dei legami ed all'assistenza diretta fra questi ultimi,
la rubrica “Posta degli Italiani d'Africa” fornisce loro consigli e notizie
per il disbrigo di pratiche burocratiche, rese certamente più penose
dalla dispersione degli uffici e dall'esilio dalle colonie italiane: basti
pensare ai drammi dei prigionieri e dispersi, ed alle questioni dei danni
di guerra (21).
Infine, con l'ultimo numero
dell 'annata 1944 si giunge alla risoluzione di inviare gratuitamente il
periodico a tutti i rimpatriati d'Africa:
“Il Ministero dell'Africa
Italiana con un gesto spontaneo di affettuosa solidarietà è
entrato nella determinazione di far pervenire gratuitamente a tutte le
famiglie italiane rimpatriate dall'Africa il giornale “L'Azione Coloniale”
cui è affidato il compito di organo di collegamento fra i vari profughi
di oltremare ed il Ministero stesso. L'invio del giornale avrà inizio
con il prossimo anno. Rivolgiamo pertanto pressante invito a tutti gli
italiani d'Africa di farci pervenire con la massima urgenza il loro indirizzo
completo, aggiornato ed esatto ed inoltre di invitare tutti i loro conoscenti
rimpatriati dell'A.O.I. e della Libia a fare altrettanto (22)”.
Gli eventi di portata nazionale
sono, naturalmente, evidenziati sul periodico. Così, ad esempio,
la tragica conclusione del processo di Verona contro i 19 del Gran Consiglio
(8-10 gennaio 1944), con l'esecuzione di 5 sui 6 imputati in stato d'arresto
(23); processo seguito da Marco Pomilio in tutte le udienze:
Io ho seguito anche
tutto il processo di Verona andando da Venezia a Verona ogni giorno e seguendolo
dalla mattina alla sera; non ho mai dimenticato quell’enorme platea che
gridava “Morte a Ciano! Morte a Ciano!”. Là c'era veramente il senso
della rivoluzione come nell'89: urla di una massa di parte che voleva sangue
(24).
E così le giornate
di Mussolini a Milano (16- 18 dicembre 1944), del quale si riportano soprattutto
i passi “africanisti” dei discorsi tenuti al Teatro “Lirico” ed al Castello
Sforzesco (25). Tra le manifestazioni militari, si ricordano il VII annuale
di fondazione della P.A.I. (26) ed il rapporto tenuto dal Gen. Renato Ricci,
Comandante Generale della G.N.R., agli Ufficiali di quel Corpo di Polizia
(27). Il Maresciallo Rodolfo Graziani, già Ufficiale coloniale ed
ora Ministro delle Forze Armate della R.S.I., è celebrato a piena
pagina nell'agosto '44 (28).
Circa il settore esteri, la
prevalenza assoluta è data alle notizie di guerra dal o sul Giappone
imperiale: vittorie, organizzazione interna, prospettive ed aspettative
per il futuro (29).
“L'Azione Coloniale” si pubblica
sino alla fine della R.S.I. Ricorda il direttore, Pomilio, sugli ultimi
giorni:
Siccome il 25 aprile è
S. Marco, mio onomastico, io lo festeggiavo con mia moglie e la bambina;
ero davanti ad un bar, era l'una ed il giornale radio disse che l’Italia
era liberata ed anche Venezia era occupata dai partigiani. Allora io spedii
immediatamente mia moglie e mia figlia nei loro rifugi, aspettai che venissero
i partigiani a casa; vennero mi presero e mi portarono al loro comando.
Vi fu un incontro piuttosto vivace con il loro comandante il quale mi rinfacciò
il mio fascismo e mi impose di consegnare le armi; io gli porsi la penna
stilografica al che mi replicò: “Io le ho detto le armi!” “Io non
ho mai avuto armi - ed era vero non avevo mai armi addosso -. Questa è
la mia arma perché io faccio il giornalista”. Mi misero in prigione
nelle scuole dove mi tennero circa un mese, e poi mi rimandarono a casa,
sorvegliato speciale dei partigiani (che montavano la guardia a casa mia
giorno e notte); infine, con foglio di via della Questura di Venezia, fui
rispedito a Roma dove ogni settimana andavo a firmare il foglio al Commissariato
di competenza (30) .
NOTE
1) V. Paolucci, La stampa
periodica della Repubblica sociale, Urbino, Argalìa 1982.
2) T.A.A. Marco Pomilio (n.
Roma 28/3/ 1908) Milano 25/6/1991.
3) T.A.A. Marco Pomilio ...
cit.
4) T.A.A. Marco Pomilio ...
cit.
5) J. Schroder, La caduta
di Mussolini e le contromisure tedesche nell’Italia centrale fino alla
formazione della Repubblica Sociale Italiana. Da: Storia Contemporanea
n° 4, Dicembre 1972, a. III, pp.813-845, qui pp. 831-839.
6) T.A.A. Marco Pomilio ...
cit.
7) T.A.A. Marco Pomilio ...
cit.
8) F. Giannantoni, Fascismo,
guerra e società nella Repubblica Sociale Italiana (Varese 1943-1945).
Milano, F. Angeli 1984, pp. 85 e 216-217.
9) V. Paolucci (a cura di),
I quotidiani della Repubblica sociale italiana (9 Settembre 1943-25 aprile
1945), Urbino, Argalìa 1987, pp. 82-83.
10) R. De Felice, ll fascismo
e l'Oriente. Arabi, ebrei e indiani nella politica di Mussolini. Bologna,
Il Mulino 1988.
11) R. Quartararo, Roma tra
Londra e Berlino. La politica estera fascista dal 1930 al 1940. Roma, Bonacci
1980, pp. 41-42, 216-217, 226, 230-231 e 361.
12) A.G. R.S.I. b 48 Affari
Politici f 1/5 Stampa. Lettera. Venezia 23.5.1944. Firmata Marco Pomilio.
13) A.G. R.S.I. b 48 Affari
Politici f 1/5 Stampa. Promemoria.
14) A.G. R.S.I. b 48 Affari
Politici f 1/5 Stampa. Lettera. 4 Giugno 1944. Firmata Marco Pomilio.
15) De Felice, ll fascismo
... cit. p. 123.
16) A.C.S. R.S.I. S.P.D. ris.
b 76 f 647 stf 1. Relazione sull'attività della Direzione Generale
Affari Politici dal novembre 1943 al dicembre 1944. 20 Gennaio 1945. Firmata
Nonis.
17) s.a., Sanzioni, ferita
sempre viva nella nostra carne. 1 contro 52: e vincemmo! Da: L'Azione Coloniale
n° 34, Giovedì 18 Novembre 1944 XXII, a. XIII.
18) s.a., La voce della boscaglia.
Da: L'Azione Coloniale n° 35, Giovedì 25 Novembre 1943-XXII,
a. XIII.
19) M.P., Le attribuzioni
del Ministero A.l. passano al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Da: L'Azione Coloniale n° 35, Giovedì 25 Novembre 1943-XXII,
a. XIII.
20) s.a., Comunicazione del
Ministero A.l. per le famiglie dei militari prigionieri e dispersi in A.O.I.
Da: L'Azione Coloniale n° 37, Giovedì 9 Dicembre 1943-XXII,
a. XIII.
s.a., Attenzione! Comunicazioni
importanti per i rimpatriati dall'A.I. Da: L'Azione Coloniale n° 39,
Giovedì 23 Dicembre 1943-XXII, a. XIII.
s.a., Indicazioni utili del
Ministero Africa Italiana per chi abbia pratiche da iniziare ed in corso.
Da: L'Azione Coloniale n° 7, Giovedì 17 Febbraio 1944-XXII,
a. XIV.
21) s.a., Posta degli Italiani
d'Africa. Da: L'Azione Coloniale n° 32-33, Giovedì 10 Agosto
1944-XXII, a. XIV.
22) s.a., Tutti gli italiani
d'Africa riceveranno l'“Azione Coloniale”. Da: L'Azione Coloniale n°
52, Giovedì 28 Dicembre 1944-XXIII, a. XIV.
23) s.a., Giustizia repubblicana
è fatta. Da: L'Azione Coloniale n° 2, Giovedì 13 Gennaio
1944-XXII, a. XIV.
24) T.A.A. Marco Pomilio ...
cit.
25) s.a., Nella voce di Mussolini
risuona la novella diana d'Oltremare. Da L'Azione Coloniale n°51, Giovedì
21 Dicembre 1944-XXIII, a. XIV.
26) s.a., La Polizia dell'Africa
Italiana celebra a Roma con austero rito il settimo annuale della sua fondazione.
Da: L'Azione Coloniale n° 39, Giovedì 23 Dicembre 1943-XXII,
a. XIII.
27) s.a.,Il rapporto di Ricci
agli ufficiali della P.A.I. Da: L'Azione Coloniale n° 2, Giovedì
13 Gennaio 1944-XXII, a. XIV.
28) s.a., Saluto a Graziani
antibadoglio di sempre. Da: L'Azione Coloniale n° 3233, Giovedì
10 Agosto 1944-XXII, a. XIV.
29) G.M. Sangiorgi, Giappone
vittorioso. Da: L'Azione Coloniale n° 37, Giovedì 9 Dicembre
1943-XXII, a. XIII.
s.a., Splendido bilancio nipponico
in due anni di guerra vittoriosa. Da L'Azione Coloniale n° 37, Giovedì
9 Dicembre 1943-XXII, a. XIII.
s.a., Il successo dei piani
nipponici in Cina. Una tenaglia che non stringe. Da: L'Azione Coloniale
n° 39, Giovedì 23 Dicembre 1943-XXII, a. XIII.
s.a., Il Primo Ministro nipponico
afferma che il 1944 sarà l'anno decisivo per la vittoria del Tripartito.
Da: L'Azione Coloniale n° 39, Giovedì 23 Dicembre 1943-XXII,
a. XIII.
s.a., Volto e lineamenti del
Giappone. La costituzione imperiale nipponica. Da: L'Azione Coloniale n°
2, Giovedì 13 Gennaio 1944-XXII a XIV.
s.a., Buone notizie da Tokio.
Da: L'Azione Coloniale n° 52, Giovedì 28 Dicembre 1944-XXIII,
a. XIV.
30) T.A.A. Marco Pomilio ...
cit.
INDICE Dl ABBREVIAZIONI
E SIGLE
A.C.S. R.S.I. S.P.D. ris.=
Archivio Centrale dello Stato - Roma. Fondo della R.S.I., Segretaria Particolare
del Duce, carteggio riservato.
A.G. R.S.I.= Ministero degli
Affari Esteri - Roma. Archivio di Gabinetto della R.S.I.
b= busta d'archivio.
cit.= citato in precedenza.
f= fascicolo d'archivio.
G.N.R.= Guardia Nazionale
Repubblicana.
p=pagina.
P.A.I.= Polizia dell'Africa
Italiana.
R.S.I.= Repubblica Sociale
Italiana.
s.a.= senza autore.
stf= sottofascicolo d'archivio.
T.A.A.= testimonianza all'autore.
RINGRAZIAMENTO
L'autore è grato al
Dott. Marco Pomilio per la cortesia e disponibilità nella rievocazione
delle vicende de “L'Azione Coloniale”. Un ringraziamento particolare alla
Direzione della Biblioteca Centrale del Politecnico di Milano per la gentile
collaborazione e per il consenso alla consultazione di annate del periodico.
SCHEDA
Titolo: L'AZIONE COLONIALE
Sottotitolo: Settimanale dell’Istituto
Fascista dell'Africa Italiana. Organo degli Italiani d 'Africa.
Motto: “Gli Imperi per sicuramente
tenerli bisogna popolarli e da metropolitani che posseggano una definita
coscienza imperiale”. Mussolini.
Luogo di pubbl.: Venezia.
Tipografia: del “Gazzettino”.
Direzione: Palazzo de Polignac
- S. Vio 870.
S. Marco - Calle dei Stagneri
5238 dal 17 febbraio 1944.
Direttore: Marco Pomilio.
Durata: dal 18 novembre 1943
(n° 34, a. Xlll) al 19 aprile 1945 (n° 16, a. XV).
Formato: 42x58.
Pagine: due, raramente quattro.
Reperibilità: la collezione
della Biblioteca Universitaria “Bocconi” di Milano è andata distrutta.
La collezione della Biblioteca Civica “Sormani” di Milano è praticamente
distrutta. Lacunose le annate 1943-1944 presso la Biblioteca Centrale del
Politecnico di Milano.
STORIA VERITA’ N. 13 Luglio-Agosto
1998 (Indirizzo e telefono: vedi PERIODICI)